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Astana, Sa'Shur.
Era fatta.
Dopo quattro lunghi anni di servizio trascorsi e una scalata quasi forzata della gerarchia militare, la sua guerra era finita. Avrebbe voluto trovare un modo un po' meno pomposo di rielaborare anche solo nella propria mente il concetto, ma non ci era riuscito. Anche tornare a casa e sdraiarsi in solitudine per un paio d'ore non lo aveva aiutato a smaltire l'euforia. Aveva ottenuto il congedo, dopo quattro anni! Quattro anni fa, era stato costretto ad arruolarsi in un esercito di un posto sconosciuto dopo essere capitato per puro caso nelle Evergreen Plains, e ora lo lasciavano andare! Aveva rischiato la vita più volte, creato una posizione per sé, incontrato nuovi e cari amici, vissuto per così tanto tempo senza neppure poter sentire della propria famiglia, e ora se ne stava andando via! Non con una fuga, ma con un legittimo congedo dietro!
Non c'era alcun modo per tornare a sentirsi come se non fosse successo nulla di ché dopo neppure un pomeriggio; neppure una canna lo aiutò, e certo non voleva spingersi oltre. Perfino quella notte dovette prendere delle gocce per riuscire a prendere sonno. C'erano ancora da sistemare un sacco di cose, prima del giorno della partenza. Doveva scegliere un successore per la Onyx Tower, cancellare gli appuntamenti in Accademia o trovare dei sostituti, avvisare i colleghi coinvolti nelle stesse ricerche, e così via. Infine, salutare chi di dovere, Andrew, Céline, Xeros, John -e pure Sysil, perché no-...
...Ma c'era qualcuno che prima di tutti meritava di essere avvisato. Qualcuno a cui non avrebbe dovuto dire addio, ma con il quale avrebbe al contrario dovuto cominciare un'intera vita insieme. La principale ragione per cui Brynjar aveva chiesto il congedo in primo luogo.
« Nina? »
Aveva annunciato la sua visita in anticipo, come sempre. Ma non le aveva spiegato il motivo per cui le aveva dato così poco preavviso, stavolta.
Anche se, in realtà, probabilmente lo aveva già intuito. Certe cose, del resto, non possono essere mai del tutto a sorpresa.
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Le è capito di chiedersi (o che le venisse chiesto), qualche volta, cosa ci trovasse in lui.
Per un Winlan, è strano provare qualcosa di più che rispetto formale per qualcuno che non sia un altro Winlan. E ha sempre capito perché. Il clan ha vissuto nell'isolazionismo culturale per anni; sono sempre stati su quel piedistallo che era Wyndia; certo, viaggi e rapporti diplomatici erano all'ordine del giorno, ma in una città dove il 99% degli individui sono della tua stessa specie, non c'è molta possibilitá di scegliere qualcuno con cui passare la tua vita senza delle ali sulla schiena.
E Nina ha sempre sofferto la cosa, a dirla tutta. La parte sull'isolazionismo, più che altro. Da un lato, la capiva. Il suo Clan ne ha passate così tante che rifugiarsi su una montagna era l'unico modo per sentirsi al sicuro. All'inizio. Ma diamine, non manca mai di pensare che sia stata la causa della loro rovina. Li aveva resi cosi arroganti e insensibili. Se solo si fossero preoccupati di più della sofferenza che stava piagando Hesperia, se fossero intervenuti contro la Chiesa quando ha cominciato a diventare un problema, forse avrebbero ancora la loro patria. Forse Eloise sarebbe ancora viva.
Per questo, quando è arrivato ad aiutarli, lo ha visto con gli occhi di chi desiderava il cambiamento da un po'. Per questo lo ha scelto per fargli da spalla nella sua prova per diventare regina, nonostante lo conoscesse appena.
E contrariamente a quello che pensano tutti, no, non è stata una mossa politica, anche se il dubbio è venuto anche a lei, ogni tanto. Ma ogni volta, sapendolo in un'altra dimensione, lontano da lei, ha sempre provato un senso di mancanza verso quel pagliaccio maledetto che in quel giorno ha combattuto per lei. Non per l'Accademia, non per Winlan, ma per lei. Al rischio della sua stessa vita. Ed è sempre stato dalla sua parte, nonostante il suo caratteraccio e la distanza.
Fino agli ultimi giorni.
Qualcosa stava cambiando, in lui. All'inizio non sapeva esattamente cosa, ma sentiva che era grossa. Un game changer. E nonostante avesse abbracciato il cambiamento e non ne provasse paura da un po', aveva cominciato a temere l'idea che quel qualcosa potesse allontarlo da lei.
Poi il Generale è venuta a parlarle, e quel timore è cresciuto soltanto di più, al punto che era arrivato il momento di parlarci e confrontarlo o sarebbe finita a strappargli le orecchie a morsi, perché quel tenerla all'oscuro la stava logorando dentro.
Fortunatamente per lui, la aveva battuta sul tempo. Accoglie quel 'Nina' con un "Brynjar" solenne, dalla regina che era diventata, lasciandogli spazio per vuotare il sacco, ma facendogli capire che il tempo utile stava scadendo in fretta.. -
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"Brynjar"
Notò, nonostante fossero state solo due sillabe, una sfumatura diversa dal solito nella sua voce, più solenne ed inusuale per due amanti che si incontravano, e in un certo senso più... distante. Non seppe spiegarsi, tuttavia, a cosa questa potesse essere dovuta di preciso, o se fosse stata solo una sua impressione.
Semplice umore, dunque, una sorta di deformazione professionale, o c'era qualcosa di più dietro?
Non senza una nota di vergogna, Brynjar doveva ammettere che, negli ultimi tempi, era stato così assorbito dalle proprie faccende personali da non essere riuscito a fermarsi un attimo a pensare a chi gli stava attorno; faccende nelle quali aveva deciso di non coinvolgere Nina proprio perché non voleva caricarla di più preoccupazioni di quante già non ne avesse avute.
« C'è una novità di cui ti devo parlare. »
Le sorrise. Stavolta, non c'erano più conti in sospeso da dover chiudere, che egli sapesse. Anche quando si era recato su Endlos, chi avrebbe potuto venire a prelevarlo per riportarlo sulla Terra, aveva deciso di non farlo; il sergente Fole era stato l'ultimo legame col passato che aveva dovuto fronteggiare.
Ora, avrebbe avuto il tempo di scusarsi per il suo comportamento, e chiarire; ma non voleva iniziare così.
« Mi hanno concesso il congedo, e la possibilità di trasferirmi su un altro mondo, se lo volessi. »
E lui, chiaramente, lo voleva, e sapeva bene anche quale mondo scegliere.. -
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Ogni donna sa che un 'ti devo parlare' è il peggior incipit mai usato in un rapporto di coppia. Anche le Winlan.
Quindi lo schiaffo che arriva mezzo secondo dopo la sua sorpresa non dovrebbe sorprendere te. Sicuramente il secondo (che ti arriva a mano aperta sul petto) sorprende lei, e anche il terzo ed il quarto. Poi senso di colpa ed emozione hanno la meglio e Nina ti abbraccia. La maschera della regina, abbandonata. La paura e il dubbio che ribollivano li sotto cominciano a dissolversi nel contatto fisico. E la ragazza se la gode, dopo averle covate per tutto questo tempo.
"Idiota." Il quinto colpo arriva quando si accorge che ha provato tutto quanto, per tutto quel tempo, per niente. Quando torna a guardarti, è di nuovo autoritaria e decisa come lo era un minuto fa. "Non tenermi mai piu' all'oscuro. Ok? Anche se fosse la sorpresa piu' bella di questo mondo."
Poi arriva dell'altro. Una consapevolezza che sale quando torna a ragionare (praticamente subito). Aggrotta le sopracciglia, usando la mano sul tuo petto per staccarsi appena di un metro e guardarti con piu' chiarezza. "Aspetta, quindi se il Generale non ti ha mandato qui a chiedermi conferme, significa che non sai niente dell'attacco a Mivla?". -
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Fu solo nella frazione di secondo fra la reazione sconvolta sul volto di Nina e lo schiaffo che ne seguì che Brynjar si rese conto di quanto male avesse cominciato quella conversazione. Mentre ancora si massaggiava la guancia dolorante, sentì le mani della Regina battere stavolta sul suo petto una, due, tre volte; la lasciò fare, se li era meritati tutti. Infine, quando tutto finì, la strinse a sé, e con la destra ne accarezzò la schiena alata.
Perché non riusciva quasi mai a comportarsi come un normale essere umano con le persone a cui teneva?
"Idiota."
Ouch.
Aveva tuttavia sintetizzato molto bene il concetto. "Idiota": non c'era davvero parola migliore per descriverlo, in quel momento.
"Non tenermi mai piu' all'oscuro. Ok? Anche se fosse la sorpresa piu' bella di questo mondo."
Brynjar annuì, lo stupido sorriso di prima sostituito da un'espressione stavolta più seria. Per qualcuno che condivideva un legame spirituale e telepatico con uno spirito di sesso femminile, avrebbe davvero potuto riflettere meglio su una simile scelta; Spica e molti altri gli avevano fatto presente come, spesso, o pensava troppo o non pensava affatto.
Nina si staccò, e Brynjar sciolse a propria volta l'abbraccio, e notò lo sguardo pensoso di lei.
"Aspetta, quindi se il Generale non ti ha mandato qui a chiedermi conferme, significa che non sai niente dell'attacco a Mivla?"
In tutta risposta, lo zoologo inarcò entrambe le sopracciglia, sbarrando gli occhi.
« Come un attacco a Mivla? No, non mi ha mai parlato di nulla di simile. » rispose, cascando dal proverbiale pero. Non era disattenzione: anche dopo il congedo di Daniel, aveva continuato ad occuparsi in parte proprio di quel fronte. « Se ti sta chiedendo conferme, ciò significa che vuole truppe da Astana? ».
Epilogue - The day their war ended. |
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