[Prologo] Dead Memories, Part I

Rhea Ardeal

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    Hellion, Quartiere Courage

    Un mese dalla caduta di Aldebaran



    Bussi.
    Kristine sblocca la serratura, apre la porta e te la richiude dietro quando sei dentro.
    Visivamente il secondo ufficio di Valentine sembra copiato da Suspiria e incollato nel Quartiere Courage. Standoci dentro per la prima volta ti rendi conto che qui però manca un'anima. Un vissuto.
    Come potrebbe averne uno? Quando vi siete spostati a casa sua, giù ad Hellion, si è portato anche il lavoro d'ufficio. Da li poteva stare con te ed Akashi.
    Solo l'odore della stanza ha qualcosa di lui. Quell'olezzo vago. Quel fumo percolato nelle fibre dei tessuti, negli angoli dei muri.
    E' stato qui prima di sparire.

    Kristine controlla che le tende siano ben chiuse. Poi ti lancia un'occhiata: "Lo hai detto a qualcuno?"
    Cosa? Che il tuo fidanzato e futuro marito, il Generale, non torna a casa da una settimana? Che avete litigato di brutto perché ha cominciato a mettere su muri?
    Che tutto è andato a puttane cosi in fretta dopo la tregua annunciata con Ledah, quando doveva andare SOLO meglio?
    Lo hai fatto?
    Che stia implicando che tu abbia alzato un po' troppo il gomito e ti sia 'confidata' con la clientela del Floating Resort?
    Difficile da decifrare dalla sua espressione. Ora capisci perché la chiamano Cyborg Kristine.
    O forse si riferiva al suo 'vediamoci nell' ufficio di Valentine giù ad Hellion'?

    Nel mentre vedi la polaroid al centro della scrivania.
    E' un ingrandimento della foto di gruppo. Quella fatta per i festeggiamenti della vittoria contro Abisso. Tutti sorridono, perfino Jeral. E' stata l'unica volta in cui Akashi si è lasciato prendere sulle spalle da Valentine.
    Tra tutte le facce manca solo la sua. Al suo posto, il cratere sfrangiato di una sigaretta affondata nella pellicola.

    Edited by [V] - 17/11/2023, 15:23
     
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    “ I am that is, my sword shall wield for me. ”
    Una volta aveva sentito un vecchio maestro dire:
    « La vita è ciò che ti succede mentre tenti di fare dell'altro. »
    Che tu fossi preparato o meno, ci sarebbe sempre stato qualcosa che avrebbe mandato a puttane i tuoi piani.
    I tuoi sogni. I tuoi desideri. Le tue speranze.

    L'impatto con la realtà era stato più duro del contatto delle proprie nocche con la superficie della porta. Aveva bussato con un'insolita veemenza, alimentata dalla voglia di buttare giù anche quella barriera. Non importava se Kristine dietro la soglia si sarebbe allarmata o meno dai suoi modi, a Rhea fregava essenzialmente nulla dell'opinione altrui in questo momento. Perché se da fuori appariva la solita ragazza composta ed impassibile, dentro scalpitava un pericoloso fuoco che solo gli occhi, seppur stanchi e contornati da una leggera patina scura, lasciavano immaginare il suo stato d'animo. Quel verde affilato come un rasoio scrutò dapprima la stanza, poi la segretaria che le aveva rivolto la parola.
    « No. » fu la secca risposta della giovane. Mosse qualche passo in avanti, socchiudendo gli occhi per una frazione di secondo: quell'odore.
    Era stato lì.
    Per quanto avesse voluto urlare, Rhea si astenne dal farlo; portò la mano destra dietro la schiena, non permettendo a Kristine di vederla, e la strinse in un moto di silenziosa rabbia. Sei mesi di convivenza felice, la vittoria contro Abisso, la gioia di diventare una famiglia. La famiglia che meritavano entrambi ed ancora di più Akashi. Era stato sempre più difficile cercare di spiegare a quel bambino che gli adulti avevano delle responsabilità. Che il Generale, in quanto tale, doveva lavorare per tutti e tenere al sicuro il mondo. Anche quando Akashi credeva che il suo fosse composto da pochissime persone e proprio Valentine, una di esse, aveva cominciato a tirarsene fuori.
    Perché se Rhea poteva immaginare fosse successo qualcosa, quel mostriciattolo dai capelli argentei non si capacitava come un uomo di quell'età non riuscisse a trovare uno spazio per stare con lui e la sua donna. Aveva gettato in un angolo dell'armadio il kimono con lo stemma dell'Amok, gridando di non voler più continuare gli allenamenti. Dopotutto se si stava appassionando alle arti marziali era per via del suo maestro.
    Non era stato facile.
    Non lo era tuttora.

    E lei? Lei... Era lì, in piedi, a tentar di non cadere a pezzi.
    Pezzi di carta velina che pericolosamente tentavano di scollarsi, tenuti assieme soltanto da una volontà di ferro sviluppatasi nel corso degli anni e dalla legittima voglia di trovare delle risposte alla cascata di merda che le era piovuta addosso. E chissà perché credeva fosse solo l'inizio.
    Prendendo la polaroid fra dita, osservando quello sfregio autoimposto dall'unica persona il cui sorriso era stato cancellato, finalmente pronunciò in un soffio quel nome che era quasi diventato un tabù ovunque.
    « Valentine... »
    Accanto a lui ed Akashi, Rhea con un sorriso bello come poche volte le era capitato di mostrare, lo sguardo rivolto agli uomini della sua vita, circondata dalle persone che per lei valevano più dell'oro: Tetsuya, Alyah, Crystal, Céline. Jeral, Andrew ed anche l'Angelo, Razeluxe, proiettati verso il futuro.
    Un futuro che aveva assunto le stesse sembianze di quel buco sulla carta fotografica.
    Aveva tentato di riempirlo con i polpastrelli, invano.


    Edited by Rhea - 27/4/2023, 16:36
     
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    Quando pronunci il suo nome, il silenzio grava quanto la sua mancanza.
    Kristine prende un respiro profondo, poi tira fuori uno sbuffo teso. Un sospiro che ti sa di angoscia. Profonda, incancellabile.
    Adesso sei sicura che sia successo qualcosa da cui non si torna indietro.

    "A seguito delle votazioni del 14 Maggio scorso il Generale si è incaricato di verificare che le voci sulla falsa neutralità di Zephyr I fossero vere. Viste le implicazioni. "

    Lo sapevi. Te lo aveva accennato, per quanto non lo permettesse il divario di grado.

    "Invece abbiamo avuto conferma del contrario. Grossi movimenti verso i territori di Platina. Molti dei quali civili e volontari, specialmente da Mivla."

    Di questo invece no.

    "La tregua proposta da Ledah è stato il campanello d'allarme definitivo che qualcosa non andava. A questo punto il Generale è andato contro gli ordini diretti dell'Angelo e ha cominciato a investigare nei territori di Platina sotto falsa bandiera."

    I vostri occhi si incontrano e leggi preoccupazione, fermezza, e compassione. Leggi lo sguardo di un'amica preoccupata a morte per tutti.
    Perché non dovrebbe? Le implicazioni sono enormi. Farsi beccare nel suo territorio senza autorizzazione darebbe il pretesto a Zephyr I di dichiarare guerra aperta all'Accademia. All'insaputa di Razeluxe, poi.
    Non solo. Da quello che ti ha detto Valentine, molti alleati Zentriani hanno paura di combattere Ledah e hanno abbracciato la tregua a braccia aperte. Se la rompe l'Accademia, potrebbero rifiutarsi di combattere. O peggio, mollare l'alleanza.

    "Nove giorni fa mi ha detto di aver saputo da fonte sicura, al cento per cento, che gli Angeli hanno trovato Elhrim. Che sanno dove gli Dei tengono nascosto il Dio Creatore di Etheria. "

    Lascia piombare l'informazione finché non ti si pianta a fondo nella memoria.

    "Valentine crede fermamente che stiano concentrando le forze per liberarlo e prendere il controllo del suo mana. Crede che tutto il lavoro di Mivla nel corso dei millenni, dagli Abomini alle Divinità Artificiali, è stato fatto in preparazione di questo momento. Crede che a Ledah manchi solo il mana del Creatore per creare delle Divinità. Vere. Concrete. E controllabili.
    Il problema è che non ha prove. Per questo ha deciso di procurarsele personalmente."


    Prende un attimo solo per prendere di nuovo fiato e raccogliere le prossime parole.

    "Razeluxe sta per fare un annuncio in cui Valentine verrà ufficialmente dichiarato disertore e ricercato. E' l'unico modo per evitare che qualsiasi cosa faccia si ripercuota ufficialmente sull'Accademia. Ed è stata una sua idea. "

    Fa il giro della scrivania, sblocca un cassetto a chiave e tira fuori un fascicolo Top Secret. Te lo porge.

    "Perdona le tante parole, ma meritavi di sapere.
    Mi permetto di aggiungere un'ultima cosa. Un consiglio da chi gli è stato accanto per tutto questo tempo senza mai dubitare di lui.
    Non seguirlo. Andarsene senza una spiegazione è già orribile. Akashi non merita che sparisca anche sua madre. Non è sempre giusto sacrificare tutto per il bene più grande. "


    Edited by [V] - 27/4/2023, 16:10
     
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    Le mani che reggevano la fotografia ebbero un fremito. Un tumulto incontrollabile. La foto cadde per terra, adagiandosi sul pavimento. La osservò, gli occhi sgranati ed increduli, mentre udiva quanto Krissy stava dicendo.
    Parola dopo parola, sillaba dopo sillaba, Rhea poteva essere comparata a quell'immagine per terra: immobile, ferma e fredda. Un cadavere che stava in piedi per puro miracolo; un contenitore che però non era vuoto. Dentro aveva un mare in tempesta che le attorcigliava le budella in un misto di sconforto, rabbia e preoccupazione tali da provare una nausea improvvisa - la stessa che aveva provato solo una volta. Quella in cui credeva di star per morire per colpa di quell'esperimento.
    A differenza di quel giorno, in cui invece era sopravvissuta, una parte di lei era morta oggi.
    Nella sua testa non c'era nessuna voce. Il Serpente e Kurt erano silenziosi, incapaci di esprimersi. Non sapevano cosa dire, neanche la bestia si era espressa con la sua solita arroganza.
    La cascata di merda era arrivata. Inesorabile.

    Lo sapeva? Sospettava qualcosa ma non questo. La scorsa votazione era stato soltanto il colpo di avvertimento; poi c'erano state le confessioni di lui sul resto e là si erano trasformate in colpi di cannone. Uno dopo l'altro ben assestati come le parole di Kristine: spade così appuntite da lacerarne la carne e l'anima.
    (Avete mai sentito il rumore di un tessuto che si strappa?)
    « E' andato da solo...? »
    Trac... trac... Trac...
    Quello stridio fastidioso che vibrava nella voce di Rhea, ora ricambiando lo sguardo della segretaria, era la prova di come fosse possibile essere distrutti da qualcosa di apparentemente insignificante come delle parole. La mentre sembrò focalizzarsi innanzitutto sulla probabile possibilità che Valentine fosse andato da solo a fare tutto questo, ma volle comunque chiedere per avere una conferma o una smentita. Sapeva che per lui non c'era cosa più importante che tutelare la libertà e la salvaguardia di tutti, eppure si sentì esclusa da questo suo progetto così tanto che le fece male. Insieme a tutto il resto.

    E poi non c'era solo lei. Come aveva preso tutto ciò l'Angelo? Dichiarare il proprio fratello un disertore, un ricercato per difendere l'Accademia.
    « E noi, noi cosa dovremmo fare nel frattempo? » domandò, guardando Kristine come se non la vedesse realmente « Aspettare che lui trovi queste prove da solo mentre - con tutta probabilità - qualcuno tenterà di ammazzarlo? »
    « Se davvero hanno trovato Elhrim, non basterà soltanto Valentine per tenerli buoni prima che ci puntino e ci distruggano di conseguenza. »
    Perché lo sapeva, era solo una mera questione di tempo. E di nemici ne avevano tanti, lo stesso Generale di Etheria poteva anche smettere di contarli perché le dita di ambedue le mani non sarebbero bastate. Lo spettro di quel Malek si palesò assieme agli Dei e la fottuta Ledah.
    Dei, dei, dei... Quanto li odiava. Una guerra che non era all'inizio sua lo era diventata con il passare degli anni, con l'astio crescente di chi aveva visto morire per colpa di divinità cieche, mute e sorde persone innocenti. Baldur era stato uno dei tanti, poi c'erano gli Angeli ed anche se non ne aveva mai affrontato uno, Rhea era sicura che una persona non sarebbe mai bastata.
    Perché non mi hai detto niente? Avevi promesso che non mi avresti nascosto più nulla.
    Un flashback indietro. Una spiaggia. Rumore di onde. Il Sole che stava nascendo.
    CITAZIONE
    "Non azzardarti mai più a lasciarmi fuori dalla tua vita. Chiaro?"
    "Signorsi, signora. Non lo farò. Promesso."


    « Cosa è valso prendere Roana, sconfiggere Abisso? »
    Un tremolio nella voce preludio di un pianto che pareva sull'orlo di sfociare da quegl'occhi che si erano fatti lucidi e rossi nello sforzo di non cedere. L'idea di doversene stare ad aspettare che qualcuno le dicesse cosa fare la lacerava; trovare la giusta spiegazione da dare ad Akashi per l'assenza di lui mentre il mondo lo etichettava come un traditore era impensabile.
    Ormai era andata oltre la soglia della preoccupazione. Tutto ciò che avvolgeva Rhea era paura.
    Paura di perderlo per sempre.

    Prese il fascicolo dalle mani delle sua astante, aprendolo per sfogliarne ogni pagina in un'avida lettura.
    Non puoi chiedermi di rimanere. Non puoi.
    Anch'io sono in grado di combattere. Questa non è una guerra soltanto tua.
    Combatti per il futuro. Ed il tuo? Lo hai dimenticato?
    Che senso ha tutto questo se non ci sei?

    Era sciocco ma si aspettava di trovarci una risposta. Una risposta dedicata solo a lei.
     
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    Sfogli pagine su pagine di foto aeree di Etheria, annotate a pennarello rosso. Cerchi e forme irregolari che hanno un senso quando li ritrovi magnificati in foto successive. E' come dice Kristine: movimento. Carovane viste dall'alto. Tante formiche in colonna.

    Kristine si avvicina e ti stringe le spalle, delicatamente ma con fermezza, a tenerti insieme. "Rhea". Modula la voce come per spargere colla sulle crepe della tua esistenza. "Aspettare è esattamente la cosa più logica ed è quello che dovresti fare."

    Evidenziati dai bordi in rosso saltano fuori forme che non si trovano in natura. Rettangoli, quadrati, losanghe: strutture artificiali. Trovi annotazioni prese al millimetro come 'perimetro, campo base, sentinelle, posto di guardia' e stime numeriche sull'ordine delle decine di migliaia. Kristine ti scuote dalle spalle per avere la tua attenzione.

    "Pensaci bene. Raggiungerlo adesso vuol dire rischiare tutto. Anche se è stata una sua scelta non deve essere anche la tua."

    L'ultima foto è presa ad un'ora dalla precedente ed è la stessa area della penultima, ma senza segni di attività umana. Non c'e' più niente. Né perimetri, ne campi base, ne sentinelle. Tutto sparito. Val ci ha scritto sopra un bel 'ma dove cazzo sono finiti?' sottolineato tre volte in rosso. La data sulla didascalia risale a nove giorni fa.
    Ha ricalcato le coordinate geografiche, cerchiandole.

    "Inoltre non conosco la sua fonte e non me ne ha voluto parlare. E se fosse una trappola? Sei pronta a corrergli incontro? Ne vale davvero la pena? "

    La risposta ti arriva quando le tue lacrime cadono a terra e bagnano il messaggio sul retro della foto con la sua calligrafia.
    'Lo faccio per lui'.
     
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    Le dita viaggiavano veloci nello sfogliare quelle carte; una dose di adrenalina di cui aveva bisogno per mettere a tacere quel senso di smarrimento che, implacabile, ancora non voleva abbandonarla. In quei fogli c'era tutto quello che le occorreva sapere per trovarlo, per capire dove fosse andato. Pagina dopo pagina, Rhea scansionava ogni minima cosa e la archiviava come una macchina allo scopo di trovare quello che, ad occhi pochi attenti, era nascosto. Le sue capacità di oratrice dovevano valere pur a qualcosa ma in questo istante l'unica cosa ben chiara era solo una: Valentine aveva ragione. Quegli schieramenti non promettevano nulla di buono e, con il cuore in gola che martellava impazzito, in lei era sempre più lampante e più chiara del sole una verità. La sua.
    « Scordatelo. »
    Avvertì la presa sulle spalle di Kristine e, mentre con una mano reggeva il plico, l'altra scansò con salda compostezza un braccio della segretaria. Non voleva farle del male bensì darle prova che ancora resisteva.
    Esisteva.
    Ormai le crepe che si erano generate sulla sua anima sarebbero restate, sì... finché non lo avrebbe ritrovato. E niente e nessuno l'avrebbe fermata, neanche Razeluxe in persona.
    « Di' pure all'Angelo che i disertori sono due. » disse, sollevando gli occhi verdi lucidi a specchiarsi in quelli della donna. Kristine avrebbe potuto vederlo, quel fuoco. Anche se stava piovendo, anche se era in corso una tempesta, quel barlume danzava con forza contro ogni tentativo di estinzione totale.
    « Non lo lascerò da solo ad affrontare tutto questo. »
    Ed accompagnando quelle parole così vicine ad una promessa, sventolò il fascicolo davanti al viso della sua astante.
    « Questa è la mia scelta, Kristine. »
    No, questa volta non avrebbe aspettato una telefonata nel cuore della notte per sentirsi dire--- diamine, nemmeno voleva pensarci. La separazione di prima era stata così infima in confronto all'attuale che per un istante si era chiesta cosa avesse sbagliato per non essere già lì, con lui, in quel posto.
    « Ti chiedo soltanto di rispettarla. »
    Come hai rispettato la sua.
    Lo sapeva che la segretaria di Valentine credeva ciecamente in lui eppure, neanche implicitamente, Rhea le stava chiedendo di fare lo stesso con lei. Perché non v'era dubbio: lei lo avrebbe riportato indietro. A casa. E quel fottuto casino sarebbe stato risolto, sepolto per sempre in un angolo di memoria.

    GTSTeRZ
    Riabbassò il braccio che sorreggeva il plico e, accidentalmente, nel far scendere anche lo sguardo sul pavimento notò la foto che le era caduta pochi istanti prima; le lacrime che aveva costretto a non scendere presero a cadere una dopo l'altra senza che potesse metter loro un freno. Un freno di forza o di orgoglio; un freno di non debolezza. Di fragilità.
    Nessuno.
    Si lasciò scivolare verso il basso, piegando le ginocchia e la raccolse: sul retro della carta fotografica la risposta che voleva. La conferma che tutto quello che aveva appena detto non era in grado di essere distrutto.
    Lo faccio per lui.
    Per Akashi.
    Non lo aveva dimenticato nemmeno lei. Ora più che mai aveva capito perché Valentine era andato via così, forse anche cercando di farsi detestare per non essere seguito ma, anziché instillare in lei tutto questo, Rhea aveva fra le dita quella piccola scintilla che ancora le permetteva di rialzarsi ed asciugare con il dorso della mano quelle lacrime.
    Il caos si era trasformato in un fuoco inestinguibile.
    « Mi chiedi se ne vale la pena... Sai, » mormorò, incrociando di nuovo lo sguardo di Kristine; le labbra erano ora distese in un piccolo sorriso appena accennato. La rabbia, la tristezza, la paura scivolarono via come quelle stille sulle guance.
    « ...quando ho incontrato Valentine per la prima volta, non ho subito capito che era veramente vivo. Almeno, era quello che pensavo. Poi ho capito: era la parte di me che avevo perso da qualche parte lungo la strada, la parte che mancava, la parte che volevo. »
    Che voglio.
    « Senza quella parte, io non sono altro che cenere. »


    Edited by Rhea - 22/5/2023, 08:05
     
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    I suoi occhi saettano nei tuoi, ti rendi conto, setacciandoli alla ricerca del minimo dubbio. Anche solo una briciola.
    Quando non trovano niente, assolutamente il nulla, sospira. A lungo.
    Suo il turno di decidere, adesso. La vedi studiare i pensieri stampati nel retro delle sue pupille. Calcolarli fino all'ultima variabile.
    Ce la farebbe ad attaccarti di sorpresa prima che tu possa attaccare lei?
    O se va male, a dare l'allarme prima che tu la tramortisca?
    Magari è già partito un allarme silenzioso e sta solo calcolando una via di fuga, o un modo per prendere tempo.
    "Dovevo provarci."
    Aspetta, cosa?
    "C'è un Ragnarok fermo in hangar che vi aspetta. Ha un pin-up di Alyah Maireld sull'ala sinistra. Razeluxe annuncerà il tutto in-"
    Controlla.
    "Meno di un'ora. Vi consiglio di essere li prima. Darò le mie dimissioni per darvi qualche minuto in più, ma non posso fare altro."
    Aspetta, vi? Dimissioni?
    E come fa ad essere fredda come un iceberg mentre spara queste notizie a pallettoni?

    Edited by [V] - 17/6/2023, 01:57
     
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    Kristine sembrò scrutarla fino all'essenza più profonda, cercando quello che a lei parve dubbio. Un qualsivoglia tentennamento che, tuttavia, in Rhea non v'era affatto. Sapeva cosa voleva; sapeva cosa doveva fare e le risposte erano chiare nella sua mente come nel suo cuore. Forse era stata dura con la segretaria nell'esporle con quei pochi gesti e parole come si era sentita e come stava tuttora, eppure lei non desiderava altro che riavere Valentine indietro. Alla fine aveva agito mossa da quanto aveva dentro e non sarebbe mai tornata indietro. L'unico pensiero che aveva, ad essere onesti, era per Akashi. Avrebbe dovuto lasciarlo a Tetsuya? E se l'amico avesse voluto partecipare in questa pazza impresa di recupero? A chi avrebbe dovuto lasciare suo figlio?
    « So che lo avresti fatto. »
    Cosa? Ovvio, provarci. Dopotutto aveva percepito nelle parole di Kristine quella nota che si collegava alla condotta di Val che, ne era quasi certa, non avrebbe voluto che lei lasciasse l'Accademia per andargli dietro. Peccato che sia lui che la sua segretaria non avessero capito quanto spessa fosse la testardaggine di Rhea.

    Intascò la foto con cura, prendendola con sé - anche se ne possedeva una copia - assieme al fascicolo. Quest'ultimo aveva preziose informazioni che mai avrebbe lasciato nell'ufficio senza portarsele dietro, sia come guida sia come aiuto in generale.
    « Ci? » disse, alzando un sopracciglio un po' impressionata. C'era qualcun altro che aveva saputo tutto quanto oltre lei e voleva partire alla volta di questa pazzia? Avrebbe chiesto dell'altro ma il tempo scorreva inesorabile e lei doveva occuparsi di Akashi al che... sì, poteva farlo.
    « Ho capito, cercherò di farcela entro un'ora ad essere in Hangar con il mio equipaggiamento e tutto. Mi serve soltanto un'altra cosa, Krissy, e devo chiederla a te. »
    Tetsuya andava informato subito e quindi Akashi che si trovava con lui adesso.
    « Un favore. » accennò alla donna, muovendo alcuni passi in direzione della porta per portarsi avanti un minimo all'idea di togliere le tende « Potresti prenderti cura di Akashi mentre non ci siamo? Il Caporale Von Drake vorrà venire, ne sono quasi certa, e nel dubbio ho bisogno che qualcuno pensi a lui in nostra assenza. »
    Le avrebbe anche dato del denaro, ovviamente, in modo tale che sia lei che il bambino fossero a posto. Anche Kristine andava in qualche senso via, dando le dimissioni e quindi le parve l'unica idea sensata affidare il ragazzino a lei. Dopotutto avevano passato dei giorni insieme mentre Rhea e Tetsuya erano stati assenti per il rito di passaggio dell'amico; oltretutto ad Akashi piaceva la compagnia della segretaria perché avevano in comune la passione per i giochi di logica, passatempo a cui Akashi si stava davvero legando parecchio. Anche per via di lei.

    Detto ciò avrebbe aspettato la risposta di Kristine (avuto il consenso) e poi sarebbe uscita a passo celere dall'ufficio di Valentine, in direzione del suo appartamento dove aveva lasciato sia il bambino che l'amico, in attesa. Una mano stringeva la borsa in cui aveva infilato i documenti, l'altra accarezzava la fotografia dentro la tasca della giacca in cui l'aveva riposta, sfiorando i contorni frastagliati dove mancava il viso di lui.
    Quel cratere lo avrebbe riempito di nuovo.


    Edited by Rhea - 22/6/2023, 21:14
     
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    Fare da babysitter ad Akashi mentre siete via? "Sara' un piacere."
    Cenno di assenso. Pausa. Poi un'occhiata alla porta come per dire 'ora è meglio che vai'. Un'ultima raccomandazione prima di lasciare la stanza? "Tornate vivi."
    La vedi aggiustarsi gli occhiali prima di chiudere la porta.
    Secondi dopo, la senti chiudere alle tue spalle.
    Un trio di soldatesse semplici di passaggio si accorge della tua presenza, sorridono nella tua direzione e salutano formalmente mentre vanno oltre.
    Il conto alla rovescia parte. Si comincia.

    Edited by [V] - 22/6/2023, 20:30
     
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    Sei così pallido da sembrare un cadavere. Da quant'è che non esci a farti una passeggiata al sole?

    Cosa penseranno i soldati dell'Accademia, vedendoti in queste condizioni?

    Cosa penseranno gli Ufficiali a cui hai chiesto un sacrificio dopo l'altro, in cambio di una promessa che forse non vedranno mai realizzarsi?


    Esce dal suo ufficio. E' pallido, deperito. Non mangia quasi nulla da giorni, non si allena da almeno una settimana... Non fa altro che firmare scartoffie, cercando di stare al passo con un intrigo a migliaia di chilometri di distanza, cercando di tenere il passo con dei politici molto migliori di lui.

    Tiene una mano sullo stomaco, quasi artigliandolo. Lo sguardo truce, il volto contorto in un'espressione che può esprimere solo rabbia, odio, disgusto.

    Mentre si dirige in Aula Magna, decine di tecnici corrono come disperati per mettere in piedi qualcosa che dia quantomeno un'aria professionale all'Aula Magna, attualmente non allestita.

    L'Aula Magna è semivuota, in fin dei conti il suo annuncio cade come un fulmine a ciel sereno. Le telecamere sono ovunque per diffondere quanto dirà a ogni alleato, cittadina o villaggio su Etheria.

    Perché deve essere un ventenne a rassicurare il mondo che tutto andrà bene.

    Perché deve essere un ventenne a convincere gli abitanti di Etheria che l'Accademia, che ha voluto soltanto il bene del pianeta, non può far altro che battersi fino alla fine in cerca del Dio Creatore, per dare un futuro ad un pianeta morente.

    Perché deve essere un ventenne, che a mala pena ha visto il proprio villaggio, a unire un mondo non solo contro delle False Divinità, ma anche contro coloro che pur di mantenere il controllo sono disposte a radere al suolo intere città, come fossero insignificanti formicai.

    Non è bastato scoprire la trama dei Falsi Dèi, non è bastato mandare a morire dei naufraghi dimensionali in nome di un futuro che forse non vedremo mai.

    Non è bastato che io mentissi ad ognuno dei miei soldati. Non è bastato che io rimanessi SEMPRE all'interno della barriera per nascondere al Fato il mio tradimento verso Odino ed i suoi Distruttori...

    Non basterà mai, vero?


    La sua voce è tonante, decisa, ma si vede che dietro di essa non c'è vero sentimento. E' come un automa che adempie ad un suo compito.

    « In qualità di comandante supremo dell'Accademia di AngelDust, dichiaro con effetto immediato la radiazione del Generale Valentine di Etheria, mio secondo in comando, dai ranghi dell'esercito. »



    Una breve pausa. Che il popolo assimili quanto ha detto, mentre lui si stringe lo stomaco ancora di più.

    Che disgusto.
    Che farsa senza senso.


    « Valentine di Etheria è a tutti gli effetti un fuggitivo, disertore e traditore dell'Accademia. E' data piena libertà a civili e soldati di uccidere a vista il traditore. E' da considerarsi armato ed estremamente pericoloso. Inoltre, sta agendo per suoi personali interessi, e pensiamo si stia dirigendo verso Platina al fine di assassinare Zephyr I Von Ghaniel, elemento neutrale nella guerra tra AngelDust, Mìvla ed Aldebaran. »



    Confondili, come se fossero anche loro tuoi nemici.
    Quanti alleati ci siamo guadagnati elevandoli con la nostra tecnologia?
    E quanti di essi combatteranno davvero per salvare Etheria?


    Un'altra pausa. Non sente nulla, nemmeno il clamore di chi non si aspettava una simile notizia e grida verso il palco per avere maggiori informazioni.

    « Il corpo senza vita del Maggiore Kristine van Houten è stato trovato nel suo appartamento ad Hellion. Le analisi preliminari sono sufficienti a dichiarare che sia stata assassinata. Chiedo a chiunque abbia notizie sui suoi ultimi spostamenti o contatti di avvisare immediatamente il proprio Ufficiale di riferimento, o il sottoscritto. »



    Il tutto detto come se leggesse, seppur con decisione, da un teleprompter.

    Con questa informazione, saranno pochi i soldati che si faranno delle domande.

    Chi non ha conosciuto personalmente Valentine non capirà mai la farsa che i due fratelli sono obbligati a portare avanti.





     
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